sabato 9 dicembre 2006

IN CASO DI ATTACCO NUCLEARE

La rubrica "Cartoline da Paullo" questo mese vi propone un capolavoro d'ingegneria militare. Costruito con materiali avvenieristici, il bunker della protezione civile sorge in cima a una collinetta che offre un'eccellente visuale del territorio circostante. Secondo alcune indiscrezioni, l'edificio, nato a scopo civile (probabilmente doveva essere un bar o un locale), sarebbe stato convertito a usi bellici in seguito al sentore di una tuttaltro che improbabile minaccia nucleare gravante sul nostro tanto amato paese. I paullesi non potranno godersi il meraviglioso e architettonicamente mozzafiato locale in riva alla Muzza, ma potranno certamente dormire sonni tranquilli, consapevoli di avere a disposizione un inattaccabile bunker antiatomico. Tutto questo grazie agli ingegnosi e infinitamente valorosi uomini della protezione civile di Tribiano e Paullo.
Beccatevi questa potenze mondiali dotate di bomba atomica!

lunedì 4 dicembre 2006

GIOVANI TALENTI CRESCONO

Paullo, ultimo comune della provincia di Milano al confine con quella di Lodi. Le stime ufficiali dichiarano circa 10300 abitanti. Qualcuno lo definisce con il luogo comune di “paese dormitorio”, perché vi risiedono tantissimi pendolari che la sera rincasano stanchi e ripiegano veloci le persiane. Gente onesta e laboriosa, assorbita da impiego, famiglia, spesa e vicissitudini quotidiane. Quindi persone che spesso hanno poco tempo, o poca voglia di partecipare alle manifestazioni che si svolgono nella cittadina.
Anche per tale motivo, probabilmente, quando c’è uno spettacolo di valore in paese, ben pochi accorrono. Paullo appare particolarmente refrattaria, ad esempio, alle iniziative di carattere culturale. Che non radunano quasi mai grandi folle, è risaputo. Ma qua da noi, salvo rare eccezioni, sembrano davvero incontrare un consenso risicato.
Prendiamo l’associazione culturale Frontiera: il suo ultimo spettacolo, “Il pane e le pietre”, è stato quasi completamente disatteso. Animata da Franco Celenza e la consorte Maria Rosa Monetti, la compagnia paullese raccoglie giovani e adulti che portano in scena drammi e commedie, la maggior parte scritti dallo stesso Celenza. L’autore abruzzese e la moglie, attrice e regista napoletana, investono soprattutto sui ragazzi.
Una decina di giorni fa, infatti, dieci di loro (dagli 11 ai 30 anni) si sono appunto impegnati nella rappresentazione de “Il pane e le pietre”, dramma in due atti incentrato sulla vicenda di San Tarcisio. Non inganni il tema: il testo di Celenza non è una sorta di “santino”, bensì un’appassionante rilettura in chiave contemporanea del martirio del santo, ucciso giovanetto a Roma nel 255 circa, a colpi di pietra, per non aver voluto consegnare ai pagani l’eucaristia, che portava con sé. Una rivisitazione che parte da un episodio di cronaca realmente accaduto in anni recenti, e vuol far riflettere anche sul fatto che oggi esistono ancora delle situazioni in cui la povertà può provocare violenza.
Nonostante la bravura e la passione degli interpreti (alcuni davvero molto capaci), e una presenza tonante nel gruppo (l’attore e doppiatore di fama nazionale Enrico Bertorelli), ad assistere a questo spettacolo all’auditorium Pier Giorgio Frassati c’era – ahinoi! – uno sparuto gruppetto. Complice forse anche il primo freddo pungente, sono arrivati per gli applausi per lo più i parenti degli attori.
Ma le giovani promesse di Frontiera meritano molte più acclamazioni. Il sodalizio è coeso e lavora in amicizia, animato da sano e onesto entusiasmo. Molto stimolante è lo scambio generazionale tra attori giovani e adulti. Alla riuscita delle esibizioni collaborano pure un musicista (Andrea Canzi) e una scenografa (Simona Martegani), oltre che un simpatico tecnico delle luci (Francesco Cappalunga).
Insomma, tutto parrebbe pronto per il “decollo”… non fosse che la compagnia ancora non riesce a varcare la “frontiera” di Paullo. Franco Celenza, autore che nel 2005 è stato rappresentato anche a Manhattan, fatica infatti a portare fuori dai confini cittadini la sua ribalta tutta paullese. Eppure questi vivaci e volenterosi talenti non demordono, crescendo sempre più, passo dopo passo.

sabato 2 dicembre 2006

FIERA ANNUALE DEL BABBO NATALE APPESO

Rieccoci. Da qualche anno a questa parte, con l'avvicinarsi delle feste natalizie, va in scena nel nostro ridente paese la "Fiera del Babbo Natale Appeso". Tale tradizione prevede una corsa sfrenata dei Paullesi ad accaparrarsi un Babbo Natale e, una volta ottenutolo, a castigarlo pubblicamente. L'usanza più diffusa sembra quella di impiccare il suddetto omino fuori dalle finestre e di lasciarlo agonizzante fino alla fine delle feste. A penzoloni sulle nostre strade affinchè tutti lo vedano, appeso in posizioni improbabili che sottolineano evidenti fratture multiple a ogni singolo arto, il Babbo Natale avrà così modo di scontare tutte le sue colpe. Un grandissimo ringraziamento va naturalmente alle industrie cinesi, giapponesi e coreane, che ogni anno ci riforniscono di addobbi sempre nuovi e senza i quali questi costumi non potrebbero avere luogo. Come faremmo senza di voi?

lunedì 27 novembre 2006

CARTOLINE DA PAULLO

La rubrica "Cartoline da Paullo" vi propone ogni mese una meraviglia del nostro felice paese.
Potevamo non iniziare con un'opera d'arte? Questo incredibile capolavoro di pregevolissima fattura è stato realizzato da un artista del luogo che, acquistando con i punti dell'Esselunga l'effige scultorea, nonchè rarissimo pezzo, ha dato vita con assoluta maestria a una superlativa installazione contemporanea, atta a deliziare i suoi fortunati compaesani.