L’alcolismo è una malattia troppo spesso dimenticata, ignorata, trascurata. Una malattia che – preme sottolinearlo una volta di più – riguarda non solo chi ne è colpito e il suo ambito famigliare, bensì l’intera società. Il pensiero più immediato corre infatti all’impressionante numero di incidenti stradali causati da eccesso di alcol, ma anche a violenze, crimini ed emarginazione. Non ultimo, il problema ha ricadute sulla produttività, dovute ad assenteismo alcol attribuibile e disoccupazione, e comporta costi sanitari e sociali.
Loredana Castoldi, presidente dell’Acat (Associazione club alcolisti in trattamento) di Lodi-Paullo, vuole lanciare quindi l’ennesimo messaggio forte, che ridesti le coscienze: «Troppa è l’indifferenza nei confronti della piaga dell’alcolismo, anche da parte delle istituzioni – spiega – eppure è risaputo che l’alcol è una sostanza estremamente nociva alla salute, che può dare origine a diverse patologie e condurre alla morte».
La signora Castoldi è piccola, minuta. Ma quando parla dei disturbi, dei disagi e dei dolori provocati dalla dipendenza alcolica mostra grande energia e dedizione: «Proprio mentre l’alcolismo è riconosciuto come una malattia, vengono smantellate le strutture necessarie per combatterlo. È accaduto anche con il servizio alcologico day hospital dell’ospedale di Sant’Angelo Lodigiano, che ha chiuso con le festività natalizie, giacché la dottoressa che se ne occupava, Maria Conchita Lopez, è andata in pensione. Alla neurologa va il nostro più vivo ringraziamento, per le tante lotte che ha combattuto per gli alcolisti. Battaglie, è bene ricordarlo, condotte per anni con il marito, il compianto dottor Egidio Ferrari, pioniere della lotta all’alcolismo nel Lodigiano. È stato lui a fondare il reparto per la cura e il recupero della dipendenza patologica dall’alcol dell’ospedale di Lodi, poi chiuso e ridotto a pochi posti letto per day hospital in quel di Sant’Angelo. E quest’ultima risorsa era punto di riferimento anche per la nostra zona del Sudmilano».
Loredana Castoldi non è solo pronta a tendere una mano a chi nasconde vuoti, sofferenze e angosce dietro all’abuso alcolico. È anche una donna intraprendente, che insieme al suo gruppo promuove informazione nelle scuole, coinvolge i mezzi di comunicazione e si fa portavoce di risoluti appelli. L’ultimo dei quali riguarda appunto il servizio day hospital di Sant’Angelo: «Insisteremo perché venga riaperto, vogliamo anche portare avanti una raccolta di firme per riottenerlo. Abbiamo l’appoggio del senatore Gianni Piatti e del comune di Paullo, ma speriamo che pure altre autorità locali s’interessino a questa causa».
La presidente dell’Acat del territorio, che non perde occasione di ricordare quanto il consumo di alcol sia sempre più diffuso anche tra giovani e giovanissimi, chiama le persone in difficoltà a farsi aiutare (800 134 623 è il numero verde attivo 24 ore su 24, che offre assistenza e conforto in massima riservatezza). E lo fa con la consueta forza e vibrante umanità. Anche perché, se si vuole salvare una persona che annega bisogna restare ben saldi sulla zattera.