Festa della Madonna del Pratello. Una ricorrenza centenaria alla quale i paullesi sono particolarmente affezionati e che viene sempre celebrata con una solenne processione. Ma dall'inesauribile creatività che alberga nelle menti degli abitanti di questo paese poteva non nascere una travolgente novità? Neanche a parlarne! Quest'anno si è sentita infatti l'esigenza di accompagnare la Madonna, che fino ad ora se l'era sempre cavata egregiamente da sola, nel Santuario del Pratello con uno sventolio di fazzoletti bianchi che, come in una scena della più struggente Hollywood, si sono accinti a salutarla in un tripudio di braccia agitate al cielo e note suonate dal corpo bandistico. E c'è chi in tutto questo vede già lo spunto per fare del merchandising; è stata infatti resa nota l'idea di far realizzare, per l'anno prossimo, dei fazzoletti recanti l'effige della Madonna stessa! Un'altra felice trovata che, potete scommetterci, non tarderà a diventare una tradizione.
martedì 11 settembre 2007
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2 commenti:
L'inesauribile creatività dei paullesi questa volta proprio non c'entra ninete. Il simpatico gesto di saluto alla statua della Madonna mentre viene trasportata nel suo Santuario del Pratello, che consiste nell'agitare i fazzoletti bianchi, è in realtà una vecchia tradizione che riguarda un'altra Vergine ben più famosa, quella di Fatima, le cui apparizioni sono avvenute ben 90 anni fa. Mi risulta, quindi, che il parroco Don Sandro abbia proposto di imitare questa affettuosa dimostrazione di affetto verso la Madonna più amata dai paullesi. Davvero, qui non c'è ombra di nessuna travolgente novità. E mi auguro che il buon gusto e la fede autentica prevalgano sulle trovate estremamente kitch di businness pseudo-religioso (vedi fazzoletto con effige sacra)che portano solo alla costituzione deol "Mercatone del Sacro"
Concordo con il commento qui sopra. Invero anche il gesto il sè dello sventolìo di fazzoletti bianchi, se preso da "altre" tradizioni, è una scelta a mio avviso discutibile. Meglio la spontaneità di gesti naturali e "autoctoni". Le tradizioni non si esportano...come la democrazia!
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