domenica 25 novembre 2007

FATTI E MISFATTI DI UN (TRANQUILLO?) PAESE DI PROVINCIA

Uno scippo in via Milano, vicino alla parrocchia, in pieno giorno: una signora che non voleva mollare la borsa, trascinata da un uomo imbacuccato e salvata dalle grida di una ragazza che hanno richiamato l’attenzione dei passanti. La rapina alla farmacia Borsa il giorno prima, giusto nel momento di chiusura, quando non c’era più nessuno. Il cassetto svuotato e tanta, tanta paura. Ancora fattacci di quotidiana ruberia, avvenuti pochi giorni fa, che incutono paura e sfiducia. Paura di essere derubati o maltrattati. Sfiducia nell’istituzione, che dovrebbe garantire protezione e sicurezza. Basta che incroci due tizi trasandati, magari stranieri e che ti chiedono qualcosa in un modo che avverti strano, e scatta il sospetto. Extracomunitari? Drogati? Ladri? Fannulloni da mantenere? Adesso circola pure la voce di spaccio di droga davanti alle scuole medie: ragazzini poco più grandi degli alunni che vendono spinelli. Siamo ormai circondati da dicerie, congetture e timori; respiriamo un’aria sempre più pesante di ansia e allarmismo che ci turba e ci fa uscire dalle mura domestiche inquieti e sospettosi. Ma pure in casa nostra non stiamo tranquilli, visto che ci giungono periodicamente notizie di furti nelle case, gli ultimi in via Gagarin, nei condomini di più recente costruzione. E il tam tam delle notizie negative si propaga inesorabile in tutta la popolazione che ci rimugina, si spaventa e lo ritrasmette colorendolo con i propri incubi. Ma dove andremo a finire? Cosa ne sarà dei nostri figli? Che futuro li attende? Si attendono risposte e non si sa neanche a chi porre le domande. Intanto, come reagiamo? Cosa facciamo concretamente? Tante chiacchiere, ma poi… quanti propongono qualche possibile via d’uscita? Quanti di quelli che parlano denunciano i misfatti o sollecitano interventi? E quando qualche coraggioso si espone, viene sostenuto dagli altri? O abbiamo la lingua solo per lamentarci?

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