sabato 13 gennaio 2007

UNA MALATTIA SOTTOVALUTATA

L’alcolismo è una malattia troppo spesso dimenticata, ignorata, trascurata. Una malattia che – preme sottolinearlo una volta di più – riguarda non solo chi ne è colpito e il suo ambito famigliare, bensì l’intera società. Il pensiero più immediato corre infatti all’impressionante numero di incidenti stradali causati da eccesso di alcol, ma anche a violenze, crimini ed emarginazione. Non ultimo, il problema ha ricadute sulla produttività, dovute ad assenteismo alcol attribuibile e disoccupazione, e comporta costi sanitari e sociali.
Loredana Castoldi, presidente dell’Acat (Associazione club alcolisti in trattamento) di Lodi-Paullo, vuole lanciare quindi l’ennesimo messaggio forte, che ridesti le coscienze: «Troppa è l’indifferenza nei confronti della piaga dell’alcolismo, anche da parte delle istituzioni – spiega – eppure è risaputo che l’alcol è una sostanza estremamente nociva alla salute, che può dare origine a diverse patologie e condurre alla morte».
La signora Castoldi è piccola, minuta. Ma quando parla dei disturbi, dei disagi e dei dolori provocati dalla dipendenza alcolica mostra grande energia e dedizione: «Proprio mentre l’alcolismo è riconosciuto come una malattia, vengono smantellate le strutture necessarie per combatterlo. È accaduto anche con il servizio alcologico day hospital dell’ospedale di Sant’Angelo Lodigiano, che ha chiuso con le festività natalizie, giacché la dottoressa che se ne occupava, Maria Conchita Lopez, è andata in pensione. Alla neurologa va il nostro più vivo ringraziamento, per le tante lotte che ha combattuto per gli alcolisti. Battaglie, è bene ricordarlo, condotte per anni con il marito, il compianto dottor Egidio Ferrari, pioniere della lotta all’alcolismo nel Lodigiano. È stato lui a fondare il reparto per la cura e il recupero della dipendenza patologica dall’alcol dell’ospedale di Lodi, poi chiuso e ridotto a pochi posti letto per day hospital in quel di Sant’Angelo. E quest’ultima risorsa era punto di riferimento anche per la nostra zona del Sudmilano».
Loredana Castoldi non è solo pronta a tendere una mano a chi nasconde vuoti, sofferenze e angosce dietro all’abuso alcolico. È anche una donna intraprendente, che insieme al suo gruppo promuove informazione nelle scuole, coinvolge i mezzi di comunicazione e si fa portavoce di risoluti appelli. L’ultimo dei quali riguarda appunto il servizio day hospital di Sant’Angelo: «Insisteremo perché venga riaperto, vogliamo anche portare avanti una raccolta di firme per riottenerlo. Abbiamo l’appoggio del senatore Gianni Piatti e del comune di Paullo, ma speriamo che pure altre autorità locali s’interessino a questa causa».
La presidente dell’Acat del territorio, che non perde occasione di ricordare quanto il consumo di alcol sia sempre più diffuso anche tra giovani e giovanissimi, chiama le persone in difficoltà a farsi aiutare (800 134 623 è il numero verde attivo 24 ore su 24, che offre assistenza e conforto in massima riservatezza). E lo fa con la consueta forza e vibrante umanità. Anche perché, se si vuole salvare una persona che annega bisogna restare ben saldi sulla zattera.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Lodevole l'impegno della signora Castoldi e degli altri componenti dell'associazione, ma forse ancora poco noto e valorizzato. Il fenomeno alcoolismo è in espansione soprattutto tra i giovani che spesso sottovalutano i pericoli cui possono andare incontro per un bicchiere di troppo. Perchè non proporre una campagna di sensibilizzazione che coinvolga le famiglie, le scuole e le agenzie educative che si occupano di giovani?

Anonimo ha detto...

mi pare assurdo che una struttura ospedaliera pubblica tolga un servizio nel momento in cui la sua responsabile va in pensione. anche gli alcolisti hanno diritto ai ricoveri!!! anche loro sono cittadini che pagano le tasse!!!

Anonimo ha detto...

questo è un classico esempio di " distruzione di sanità pubblica": quando chi soffre non è fonte di business per il privato le strutture si chiudono...Al contrario proliferano cliniche accreditate dove per centinaia di migliaia di esami specialistici e a volte inutili la regione ( ovvero i contribuenti ) rimborsa al lottizzante tanti bei soldini...