domenica 14 ottobre 2007

LA SOTTOVESTE SOPRA LA GONNA

È curioso il titolo del libro scritto dal dottor Giovanni Bigatello, geriatra di Sala Comacina (Como), che venerdì 12 ha tenuto in oratorio un interessante incontro sull’ Alzheimer. Il relatore non ha ceduto a un’arida dissertazione scientifica, ma ha raccontato con una verve a tratti esilarante ma sempre rispettosa, cos’è l’Alzheimer, come si cura e come si vive accanto a un malato grave. L’Alzheimer è una malattia cronica che si sviluppa soprattutto negli anziani distruggendone gradualmente la memoria e annientando l’autocoscienza del paziente, che vive in un mondo a sé stante. Ma la disgregazione del pensiero non significa distruzione della personalità. I primi sintomi della malattia sono comuni ad altri tipi di demenza. La diagnosi non è semplice e segue all’osservazione attenta del comportamento del malato. Il decorso è solitamente lungo, con un peggioramento progressivo e irreversibile dei disturbi comportamentali. E mentre il paziente scivola lentamente nell’oblio, chi lo assiste sprofonda in uno stato di prostrazione psicofisica dovuta alla sempre più impegnativa cura di un malato così grave. L’allontanamento del paziente da casa, una casa che non riconosce più, e il successivo ricovero in strutture specializzate, è spesso vissuto con disagio, ma è la soluzione migliore. La terapia farmacologia mira soprattutto a sedare e tranquillizzare il malato. Esistono in commercio farmaci che bloccano il decorso della malattia solo per sei mesi –un anno. Una soluzione discutibile. L’intervento medico più efficace è essenzialmente di tipo protesico, mira cioè a fornire ciò di cui il malato manca. Quindi, ambienti sicuri e sorvegliati, percorsi senza ostacoli per il passeggio, porte sapientemente occultate per impedirne l’uscita. Ma soprattutto, umanità e affetto. Perché questi pazienti sono pur sempre persone con sentimenti ed emozioni. Che non esprimono più parlando, ma toccando, abbracciando, sorridendo. Le terapie psicocomportamentali (musicoterapia e terapia con gli animali) permettono al malato di esprimersi liberamente. Anche con sonore risate. Sì, pare che nei reparti Alzheimer si rida parecchio. Con questi anziani, ridiventati bambini, che si entusiasmano per le cose più semplici, che hanno bisogno di carezze e che, in fondo, possono vivere felici con poco. Basta prestarsi un po’ al loro gioco.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie a don Ferdinando Sudati, che ha organizzato questa interessante serata. Il libro di Bigatello, "La sottoveste sopra la gonna", è davvero molto bello, carico di umanità. L'autore è bravissimo a passare dal registro drammatico a quello comico, sempre con grande rispetto, e ha una scrittura davvero molto buona, molto piacevole e rapida.